

ESSERE IO NON HA MISURA
Giovedì, 23 maggio 2013, presso FACTORY – SPAZIO GIOVANI ROMA CAPITALE (Ex Mattatoio di Testaccio) si inaugura un nuovo appuntamento dal titolo “Ho qualcosa da dire…e da fare”. All’interno di tale iniziativa si presenta il progetto espositivo Essere io non ha misura, a cura di Daniela Cotimbo, Sara Fico, Laura Loi e Giulia Zamperini.
Fin dalle origini l’essere umano sente la necessità primaria di misurarsi con una dimensione che vada oltre sé stesso, di stabilire un legame con la contingenza: sia essa riferita al grande mistero della natura, sia intesa come evocazione trascendentale o in riferimento alle relazioni con altri individui e ai processi da essi generati (le scienze, la tecnologia…). Nel confrontarsi con la propria esperienza, l’uomo vive di intime contraddizioni che lo conducono di continuo a rivedere il proprio modo di concepire l’esistenza o il modo di rapportarsi con essa. Uno dei momenti principali nella creazione artistica di tutti i tempi è caratterizzato dalla ricerca di una relazione tra l’io e ciò che lo circonda. Tale predisposizione ha attraversato tutte le epoche artistiche offrendo ogni volta una diversa risposta dettata dalle condizioni socio-culturali del periodo di riferimento.
Partendo da questa analisi si è deciso di coinvolgere otto giovani personalità rappresentative nel panorama artistico contemporaneo, che fossero in grado di analizzare il delicato tema da più angolazioni, grazie alle differenti peculiarità di ognuno.
L’analisi del legame tra uomo e natura è presente nei lavori di Ignazio Mortellaro, che attribuisce alle ‘tracce’ un valore fondamentale per connotare il proprio passaggio, e in quello di Josè Angelino, il quale interviene sulla natura dei fenomeni evidenziandone un percorso non precostituito. Analogamente legato alla scienza è il lavoro di Nicole Voltan che, studiando le costellazioni e le leggi del cosmo, compie delle riflessioni sul superamento dei limiti prestabiliti attraverso molteplici letture dell’universo.
Cristina Falasca, Franz Rosati e Mauro Vitturini & Arnaud Eeckhout, mettono maggiormente in gioco la rilevanza sensitiva (visiva e sonora) nell’accesso alla comprensione, con l’aiuto di raccordi linguistici, filosofici o semantici che trovano risposta nel dialogo con altri esseri umani. Edoardo Aruta analizza, nella sua opera, esperienze di vita quotidiana ponendo in evidenza il legame tra persone e “oggetti”.
Per finire, sfociando in una dimensione socio-culturale, Sara Spizzichino si sofferma sulla peculiarità dell’uomo nel non sapersi scindere dal confronto umano, alternando il suo intervento tra un approccio di colore più intimistico e quello di natura pubblico/sociale, come nel caso dei sistemi di rapporti preconfezionati.