top of page

TRADE OFF

Persuasioni etiche

Nella svolta epocale che stiamo vivendo non bastano tiepidi sostenitori; occorrono degli studiosi, dei pensatori e delle persone che, come gli artisti, possono esercitare la propria libertà fino a tradurla in responsabilità pratica.

 

Quando si parla di persuasione o di persuasori, spesso si prova disagio. In realtà la persuasione è semplicemente un procedimento o una strategia per ottenere approvazione. L’etica di tale pratica va quindi dibattuta dal punto di vista del fine che ci si pone quando si vuol persuadere qualcuno. Se il fine è buono, etico, la persuasione sarà eticamente ammissibile. “Arte” che nell’antichità vede le sue fondamenta coincidere con la retorica. Per Platone, ad esempio, la retorica non era né utile né positiva, ma dannosa in quanto forniva all’oratore la possibilità di far apparire il buono come cattivo e il cattivo come buono, permettendo quindi di presentare la realtà non seconda verità ma in base alla capacità di manipolazione.

Ad oggi diverse etiche asservite da una pluralità di linguaggi e di mezzi tecnologici, caratterizzano una società post moderna, invasa da sentimenti  che aprono verità apparentemente oggettive, portatrici di scelte illusorie, metafisiche,  descritte dal dato. Persuasione ad un sapere fittizio genitrice di un “altro comportamento umano”, in cui il vero è solo descrizione dei fatti.

Trade Off - persuasioni etiche assurge l’operato di sette artisti quale tesi sul “Pensiero debole” di Vattimo. L’opera non più iconica ma fenomenica diviene strumento di riflessione volto a sdoganare quelle verità impure che permeano la dialettica presente di menzogne, ponendoci davanti ad una  scelta a discapito di un’altra.
Ci si trova di fronte alla crisi, dunque, di un sapere complessivo che si mostra come discorso parziale e quindi inattendibile.

Pensare ad un linguaggio di scelta significa recuperare le testimonianze di una data comunità  valicando la linea di confine del dato e mantenendo viva la coerenza con l’archiviazione esistente. Svelare attraverso l’Ethos, il Logos e il Pathos, la verità infornata, imburrata e mangiata dal mezzo di comunicazione preesistente. Accettare, quindi, la storia come aperta al futuro, come qualcosa che non si può riassumere in una coscienza vera.

Agli artisti è richiesto di competere, ovvero secondo il suo etimo:  cum petere, camminare insieme, cercare insieme. Si tratta, dunque, di una condivisione tesa a produrre nuovi valori. In questo scenario ogni risultato individuale è un risultato della collettività.


Roberto D’Onorio

 

 

bottom of page